Sogni e delitti
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(Cassandra's Dream, 2007)
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Il cast tecnico:
Regia: Woody Allen.
Sceneggiatura: Larry e Andy Wachowski. Direttore della fotografia: Vilmos Zsigmond.
Musica: Philip Glass. Origine: USA, Gran Bretagna. Durata: 1h e 48’.
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Gli interpreti:
Ewan McGregor, Colin Farrell, Hayley Atwell, Sally Hawkins, Tom Wilkinson.
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La trama:
Colin Farrell e Ewan McGregor sono due fratelli di origine proletaria. Il primo fa il meccanico, ha il vizio del gioco e un'attrazione fatale per il whisky, il secondo aiuta il padre al ristorante e coltiva confuse ambizioni di riscatto sociale. Quando il ricco zio, trasferitosi in Cina per affari, va a trovarli, i due si precipitano a chiedergli un prestito per uscire dai rispettivi impasse: uno è infatti nei guai con i creditori per aver contratto un debito di gioco, mentre l'altro ha perso la testa per una sensuale, misteriosa e volubile attrice dilettante, con la quale sogna di trasferirsi a Los Angeles. Lo zio si rivela disponibile ad aiutarli, ma pone una condizione pesante come un macigno: sarebbero disponibili a uccidere un suo nemico in affari, le cui rivelazioni potrebbero costargli la galera?
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Il regista:
Allen Stewart
Konigsberg, universalmente conosciuto come Woody Allen, ha ottantadue anni e ha diretto oltre 45 film. Di
lui si sa quasi tutto (o forse quasi niente): considera Groucho Marx
un maestro, guarda con gran rispetto a Fellini, Eisenstein e Walt Disney, ha amato molto Diane Keaton, Mia
Farrow e ora la figlia adottiva di lei, Soon-Yi Farrow Previn.
Tra tutti i suoi film: «Io & Annie (Annie Hall, '77), «Manhattan»
(id.,'79), «Zelig (id.,'83) "Broadway Danny Rose (id.,'84).
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Note:
Terzo capitolo della trasferta londinese di Woody Allen dopo Match Point e Scoop, Sogni e delitti, presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia del 2007, non aggiunge né toglie un granché alla filmografia del cineasta newyorkese. Temi e suggestioni sono dalle parti di Match Point: ancora scellerati sogni di ascesa sociale, soglie morali di non ritorno, delitti e castighi. Il registro è nero, secco, senza concessioni né alla famigerata ironia del regista né al mélo passionale del primo film della trilogia londinese.
McGregor e Farrell, alla prima esperienza con Woody, si mettono efficacemente al servizio della mediocrità e del vuoto esistenziale dei personaggi, a loro agio nei grigi sobborghi di una città che lavora per vivere, lontano mille miglia dall'upper class cara ad Allen. Ma la buona prova del cast, così come le musiche di Philip Glass e la fotografia superlativa di Vilmos Zsigmond, non basta a riscattare il film da una manierata patina di già visto: Woody stenta a risultare incisivo sia sul piano della satira sociale che su quello del noir etico ed esistenziale.
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