TRAMA:
Storia di Leonard Zelig (in yiddish: benedetto), un omarino ebreo americano e camaleonte umano, tra le due guerre, che nella sua smodata smania di essere accettato e amato ha sviluppato la capacità camaleontica di assumere le caratteristiche somatiche, psichiche e lessicali di chiunque incontri. Il più originale e, forse, il meno divertente film di W. Allen, se si tolgono le escursioni esplicite nel dramma. Rappresenta nel suo itinerario quello che è Tempi moderni (1936) in quello di Chaplin. Apologo sul conformismo e lo sforzo d'integrazione degli emigranti USA, satirica riflessione sul mito del successo e sulla
mania, altrettanto americana, di trasformare in idolo chiunque abbia un particolare talento e poi dimenticarlo (distruggerlo) con altrettanta velocità. Straordinario lavoro di mimesi e intarsio dell'operatore G. Willis con brevi interviste a colori a Susan Sontag, Bruno Bettelheim, Saul Bellow, Irving Howe nella parte di sé stessi.
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