PRINCESS MONONOKE
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(Mononoke hime, 1997) |
La trama: Siamo nell'antico Giappone. Una guerra infiamma quella terra,
le foreste sono depredate dai Tatara, clan dei fabbri ferrai. Il grande Dio della foresta, una creatura mitologica,
dona il potere agli dei della foresta che prendono la forma di enormi bestie per proteggere il loro dominio dagli umani.
In un remoto villaggio, tra le montagne del Giappone del Nord, Ashitaka, l'ultimo guerriero del quasi estinto clan degli Emishi,
è costretto ad uccidere un mostro per proteggere il suo villaggio. Troppo tardi scopre che, quella creatura sotto forma di cinghiale,
è in realtà un dio protettore della foresta. Uccidendolo Ashitaka ha attratto su di se una maledizione il cui segno,
una cicatrice sull' avambraccio destro, lentamente si espande. Prima che la maledizione faccia il suo corso,
Ashitaka parte verso le terre dei Tatara per venire a capo del mistero. Durante il viaggio viene coinvolto in una guerra tra opposte fazioni
in occasione della quale conosce la principessa Mononoke , giovane donna cresciuta dai lupi la quale è pronta a morire pur di sconfiggere gli umani.
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Il regista: Nato a Tokyo nel 1941, Hayao Miyazaki, re del cinema d’animazione giapponese,
ha cominciato a lavorare nell’industria delle “anime” nel 1963 per la bei e neI 1985 ha fondato
con Takahata e Otsuka il Ghibli Studio, creato per produrre su
grande scala. Tra i suoi film: Il castello di Cagliosfro (Kariosutoro no
Shiro, 1979), Nausicaä della Valle del Vento (Kaze no Tani no
Nausicaä, 1984), Laputa: Castle in the Sky (benku noShiro Laputa,
1986), My Neighbor Totaro (Tonari no Totaro, 1988), Kiki’s Deli-
very Se,vice (Majo no Takkyubin, 1989), Porco Rosso (Kurenai no
Buta, 1992). Ha
lavorato inoltre a molte serie tv di successo come Heidi e Lupin III.
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Commento: Meno male che c'è (era?) il Dio Cervo!
Bé, miei cari, cosa dire... non è solo un film, bisogna andarci preparati. Un'animazione così non si vedeva dai tempi di "Akira", nemmeno con "Nausicaa"
Hayao Miyazaki era riuscito a presentarci una favola così maestosa. E' vero che sono passati 16 anni da allora, ma qui ci troviamo davanti a un film che
definire 'cartoni animati' sarebbe davvero ingeneroso... Questo è l'unico film che -insieme a "Titanic"- ha superato i 150 milioni di dollari di incasso
in Giappone. Un'epica avvincente, una visione lirica, una "fotografia" affascinante, certo gli interpreti non sono dei migliori ma tant'è! Realismo e
(pseudo)storia si mescolano in un'ambientazione che è la vera protagonista della storia. I canoni sono quelli noti, l'impronta nipponica si nota fortemente,
ma le influenze sono molteplici.
Una continua battaglia per il predominio del mondo, ma come poteva essere nella tradizione giapponese... natura o sviluppo tecnologico, tradizione o
modernità, illuminismo o animismo. Come si può ignorare il rispetto per le forze che reggono il mondo, o che almeno l'hanno retto sin dalla notte dei tempi?
In favore, poi, del loro annullamento. Uno spot a favore del monoteismo (vedi la scientifica distruzione della foresta-dio natura da parte dell'uomo,
sempre più egocentrico) che non può trovare terreno fertile in un regista che di nuovo (dopo "Nausicaa") presenta una eroina in lotta contro il mondo e
contro uno sviluppo sregolato a discapito della natura i cui dei continuano ad aggirarsi sulla terra e a mostrarsi benevoli verso i loro stessi carnefici.
Mononoke è quasi un simbolo, e infatti il vero protagonista -stando almeno alla presenza in video- è il giovane e nobile Ashitaka... forse spettatore di
eventi che non immaginava e portatore sano di un morbo che solo grazie alla 'selvatica' compagna e ai suoi 'insegnamenti' potrà tentare di guarire...
la civiltà? Alla fine la ricerca di una vita in armonia con gli spiriti naturali diventa sempre più un'utopia, ma non è detto che i sogni non debbano
avverarsi... sarebbe bello.
Non voglio svelarvi nulla, anche se comunque il piacere della visione non potrebbe venire intaccato da qualsiasi cosa vi dicessi...
Posso solo spingervi ad andare a vedere questo film, ed a farlo al cinema -assolutamente- per non perdere la gioia più grande (per gli occhi) e
le emozioni che vi regalerà la visione 'adulta' dell'evoluzione dei cartoni che vedevate da piccoli...
di: Mattia Pasquini
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Durata: 2h e 8'.
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