Luna e l'altra | |
(Italia, 1996) | |
CAST TECNICO - REGIA: Maurizio Nichetti. | |
ATTORI: Ivano Marescotti, Maurizio Nichetti, Iaia Forte, Eva Robin's, Aurelio Fierro. | |
TRAMA: Milano, anni Cinquanta. La maestra Luna Di Capua, immigrata da Napoli insieme all'anziano padre, esplica la propria professione con grande rigore e precisione osservata e segretamente amata dal timido bidello. Quando in città arriva un piccolo circo il cui mago ha una lampada capace di far agire le ombre in modo indipendente dai corpi, accade un fatto 'magico': l'ombra di Luna si separa da lei, acquisisce un corpo e si permette quelle libertà che la maestra non si è mai concessa. | |
NOTE: Maurizio Nichetti, con la sua cifra stilistica inconfondibile, realizza un ritratto della Milano di quando lui era un bambino che frequentava le scuole elementari. Lo fa con la freschezza e l'acuta ingenuità del fanciullo che è sempre rimasto vivo e vivace in lui ma anche con un'attenzione filologica alla ricostruzione d'epoca. Perché al direttore che si autodefinisce politicamente neutrale affianca (e qualche volta contrappone) il maestro triviale e nostalgico del Ventennio mentre il bidello romantico e sognatore suona "Bandiera rossa" con la banda ai funerali. In attesa della Legge Merlin le cosiddette case chiuse sono più che mai aperte alle visite dei buoni borghesi così come a quelle del proletariato, non sono luoghi sordidi e in esse si può trovare un sorriso definitivo. Nichetti si muove in questo contesto lasciando in gran parte la scena (da regista/attore generoso qual è) a Iaia Forte che può così caratterizzare due aspetti della stessa personalità (una controllata da un fortissimo SuperIo e l'altra molto pronta a prendere dalla vita il meglio che essa può dare). L'altra, appunto, l'ombra con tutte le declinazioni psicoanalitiche e non a cui può essere sottoposta, si muove tra il mondo descritto sopra e quello di un piccolo circo un po' scalcagnato. Qui Nichetti può giocare ancora una volta con l'animazione di cui è stato antesignano sperimentatore (ricordiamo che Volere volare, anche se produttivamente successivo, viene ideato prima di Chi ha incastrato Roger Rabbit) e ritrovare le clownerie reinventate a teatro con la compagnia "Quelli di Grock" da lui fondata. Ne esce un ritratto tenero, consapevole e sottilmente trasgressivo (la donna barbuta affidata all'allora notissima transessuale Eva Robin's) che mostra quanto la leggerezza, quando viene perseguita come cifra stilistica, possa veicolare più contenuti di quanto non si sia soliti pensare. |
| ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|