IL LABIRINTO DEL FAUNO
|
|
(El Laberinto del Fauno, 2006) |
|
Il cast tecnico: Regia: Guillermo Del Toro. Costumi: Lala Huete, Rocío Redondo. Effetti speciali: Reyes Abades. Fotografia: Guillermo Navarro. Montaggio: Bernat Vilaplana. Musiche: Javier Navarrete. Prodotto da: Guillermo Del Toro, Alfonso Cuarón, Bertha Navarro, Frida Torresblanco, Álvaro Augustín. Sceneggiatura: Guillermo Del Toro. Scenografia: Eugenio Caballero. Trucco: David Martì. Produzione: Warner Bros. Pictures, Tequila Gang, Esperanto Filmoj, Estudios Piccaso, OMM, Sententia Entertainment, Telecinco. Distributori: Warner Bros., Videa-CDE. Origie: Messico/Spagna/Usa. Durata: 1 h e 52'. | |
Gli interpreti: Ivana Baquero (Ofelia), Doug Jones, (Il Fauno/ L'uomo pallido), Sergi López (Capitan Vidal), Ariadna Gil (Carmen), Roger Casamajor (Pedro), César Bea (Serrano), Maribel Verdú (Mercedes), Alex Angulo (Il dottore), Federico Luppi (Casares). | |
La trama: Ofelia è una tredicenne nella Spagna filo-franchista costretta a trasferirsi nella campagna gallega al seguito della madre, ora sposata a un militare lì di stanza. Immersa nei suoi pensieri e persa nei suoi incubi la giovane esplora lo strano bosco limitrofo, entrando in un lugubre labirinto dove incontra un fauno dormiente che le rivela il suo passato e il suo destino. Ofelia era una principessa di un magico regno e per tornarvi dovrà superare tre pericolosissime prove, mentre nel mondo reale infuria il combattimento tra esercito reazionario e partigiani... | |
Il regista: Regista, sceneggiatore e produttore, Guillermo del Toro nasce a Guadalajara, in Messico, il 9 Ottobre 1964. Appena ventenne, inizia la sua carriera cinematografica come produttore, ma nel 1987 si reca negli Stati Uniti per specializzarsi negli effetti speciali e di trucco con il premio Oscar Dick Smith. Tornato in patria, fonda la società di produzione Necropia e collabora a diversi film fantastici di cui cura effetti speciali e trucco. E' autore di articoli di cinema su riviste specializzate come "Sight and sound" o "Village voice" e di un libro su Alfred Hitchcock. Nel 1993 scrive e dirige il suo primo lungometraggio, "Cronos", una curiosa opera prima basata su una miscela di horror, umorismo, suspense, tragedia, richiami di miti letterari come Faust, Frankenstein e Dracula. Il film vince la Camera d'or alla Semaine de la Critique a Cannes e numerosi altri premi in Messico e in vari festival internazionali di cinema fantastico. I consensi ottenuti lo portano all'attenzione di Hollywood dove è chiamato nel 1997 per girare il suo secondo film, "Mimic", omaggio ai classici B-Movies, interpretato da Mira Sorvino e presentato a Venezia nella sezione "Mezzanotte". Nel 2001 dirige "La spina del diavolo", girato in Spagna e prodotto da Pedro Almodovar e distribuito nei cinema italiani a distanza di cinque anni e che anticipa alcune tematiche che torneranno nel suo ultimo capolavoro," Il labirinto del Fauno": un ragazzino come protagonista della storia, sullo sfondo la sanguinosa guerra civile spagnola. Nel 2002 arriva il primo blockbuster, con il secondo capitolo della saga del vampiro "Blade" interpretato da Wesley Snipes. Debutto hollywoodiano di successo: non solo il film riceve ottime critiche rispetto al primo (è stato realizzato anche un "Blade Trinity"), ma sbanca il botteghino americano incassando oltre 80 milioni di dollari. La strada di Guillermo del Toro sembra spianata: nel 2004 dirige l'acclamato "Hellboy", trasposizione cinematografica del fumetto creato da Mike Mignola. E riesce nella sempre più difficile impresa di mettere d'accordo critica e pubblico (60 milioni di dollari di incasso solo negli Usa). Ma è solo nel 2006, grazie a "Il labirinto del Fauno", che il regista si conferma come uno degli autori più originali e provocativi in circolazione, capace di allontanarsi dalle logiche del blockbuster hollywoodiano e realizzare un'opera dove horror, macabro, fiaba e poesia si fondono alla perfezione. Alla stregua di Peter Jackson. In concorso al 59esimo Festival di Cannes, il film ha ottenuto la consacrazione definitiva con ben 3 premi Oscar: miglior fotografia, trucco e scenografia (a Guillermo non è peraltro mancata la candidatura come miglior sceneggiatore). Un successo travolgente, che ha fatto impazzire i critici. "Una sorta di "Alice nel paese delle meraviglie" per adulti" l'ha definito la critica internazionale. E l'Entertainment Weekly l'ha messo accanto alla trilogia de "Il Signore degli Anelli" nella lista dei migliori film fantasy di tutti i tempi. Ambientato in una Spagna che ha appena visto la fine della guerra civile (siamo nel 1944), racconta la storia della piccola Ofelia, una bambina di dieci anni, in viaggio insieme alla madre Carmen per raggiungere Navarra e incontrare il capitano Vidal, il nuovo marito di Carmen e patrigno di Ofelia (che però non lo ha mai visto). Un giorno, per caso, la ragazzina scopre un passaggio segreto che conduce ad un labirinto sotterraneo al mulino. Dove un fauno la attende per svelarle il suo destino. | |
Note:
"Il labirinto del fauno": Politica e favole top
"La vida es sueño" ci racconta da quasi 4 secoli anni Calderon de la Barca
(e altri prima di lui, ovviamente, ma era per non esulare dal contesto iberico),
e forse se fosse stato un moderno filmmaker avrebbe scelto una forma analoga a
quella messa in scena faticosamente - un anno di preparazione, quattro mesi di
riprese e sei di post produzione - dal Del Toro regista per cantare il viaggio
meraviglioso di Ofelia, giovane spettatrice - vittima impotente - del franchismo spagnolo.
Siamo lontani dalla favola, entro i cui confini molti 'critici' superficiali
vorrebbero rinchiudere questa nuova cupa visione del regista di "Hellboy";
per ambientazione ed incipit si naviga molto vicini al precedente "La spina del diavolo"
(non a caso vista la critica costante al fascismo che fa il regista messicano),
sebbene il film cambi radicalmente, fondamentalmente grazie allo sviuppo del
proprio lato fantastico, in un mutuo scambio di significati, capace di arricchire
di valenza simbolica e mettere in parallelo il reale orrore politico con il 'terrificante'
(non fraintendete, non è un horror, come non lo sono in genere i film precedenti!)
lugubre labirinto, popolato da creature inquietanti.
La giovane Ivana Baquero - già in "Romasanta", "Rottweiler" e "Fragile" -
regge molto di questo 'castello' (fragile in altri soggetti, a dire il vero,
sebbene i ruoli chiave siano occupati da attori ottimamente scelti dal casting),
che potrebbe vivere di vita propria anche solo per le splendide creature fantastiche
'dietro lo specchio' se questo non rischiasse di privarlo di sfumature ed appiattirlo.
L'intreccio socio-politico, pur non eccezionale, da infatti senso a una confezione mirabile.
Una parafrasi finto-infantile che racconta di guerra e crudeltà - efferate come
possono esserlo solo quelle degli uomini (soprattutto se 'piccoli' e stupidi)
- contrapposte a quella incolpevole della natura, o a quella metaforica del mondo della favola,
e di una crescita forzata, attraverso un percorso iniziatico in cui le brutture
del mondo reale acquistano un senso (che altrimenti rischierebbero di non avere)
e si pongono come vere prove da superare per raggiungere un nuovo livello di esistenza.
di: Mattia Pasquini |
| ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|