TRAMA:
Dal romanzo (1844-56) di William M. Thackeray:
peripezie di un irlandese del Settecento, avventuriero e arrampicatore
sociale, di cui si narrano l'ascesa e la caduta attraverso le tappe di
soldato, spia e giocatore. Il fascino freddo del film nasce dalla distanza e
dalla sordina con cui Kubrick espone le vicissitudini del suo antieroico
personaggio, smentite soltanto nei suoi rapporti col figlioletto. Elogiato
per il suo versante plastico-figurativo come uno splendido album d'immagini,
non è un'opera formalista, un esercizio di stile, ma un discorso complesso
sulla fine della Storia: la sua fissità, la ripetitività dei comportamenti
dell'uomo nel suo agire privato, sociale e politico. Un affresco con figure
di un paesaggio remoto come un altro pianeta del sistema solare. 7 nomination agli Oscar (tra cui a S. Kubrick come regista e sceneggiatore) e 4 premi: fotografia (J. Alcott), scene (K. Adam, R. Walker, V. Dixon), costumi (Ulla-Britt Soderlund, Milena Canonero) e musica adattata (Leonard Rosenman: Bach, Paisiello, Haendel, Mozart, Federico il Grande e, anacronisticamente,
Schubert).
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