ARTHUR E IL POPOLO DEI MINIMEI
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(Arthur et les Minimoys, 2006)
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CAST TECNICO -
Regia: Luc Besson. Costumi: Olivier Bériot. Fotografia: Thierry Arbogast. Musiche: Eric Serra.
Prodotto da: Luc Besson, Emmanuel Prévost.
Sceneggiatura: Luc Besson, Céline Garcia.
Scenografia: Hughues Tissandier.
Produzione: Europa Corp., Avalanche Productions, Apipoulaï, Sofica Europacorp, Canal+.
Distribuzione: 01 Distribution. Origine: Francia. Duratà: 1 h e 42’.
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Attori Protagonisti:
Freddie Highmore (Arthur), Mia Farrow (Nonna di Arthur), Ron Crawford
(Archibald), Penny Balfour (Madre di Arthur), Doug Rand (Padre di Arthur), Adam LeFevre (Davido).
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TRAMA:
Come un qualsiasi altro bambino di 10 anni, Arthur è affascinato dalle storie che sua nonna gli racconta prima di dormire.
I suoi sogni sono popolati dalle tribù africane e dalle incredibili altre invenzioni descritte su un vecchio libro magico
che apparteneva a suo nonno, misteriosamente scomparso da ben tre anni. Nel leggere il libro con più attenzione,
Arthur si rende conto che suo nonno ha lasciato numerosi indizi che porterebbero a un tesoro nascosto nel giardino della sua casa.
E la cosa più sorprendente è che al di sotto del giardino si nasconde un mondo invisibile, popolato da minuscole creature,
invisibili ad occhio nudo, chiamate Minimei.
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IL REGISTA:
Luc Besson.
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NOTE:
"Arthur e il popolo dei Minimei": Luc Besson sfida l'America
Luc Besson ha passato gli ultimi cinque anni della sua esistenza lavorando a capo chino su bozzetti, modellini e budget da far quadrare,
per offrirci il primo lungometraggio animato d'ideazione, produzione e realizzazione esclusivamente europea.
Possiamo asserire, con tutta certezza, che gli sforzi del regista francese non sono stati vani. "Arthur e il popolo dei Minimei"
non ha nulla da invidiare ai vari prodotti Pixar o Dreamworks né per qualità tecnica, né per virtù narrative.
Con la stessa facilità con cui Besson è riuscito a muoversi negli anni tra i diversi registri stilistici, dal futuristico "Quinto elemento"
alla drammatica introspettività di "Leon", oggi sa trasportarci con delicatezza in un mondo colorato e fantastico. Un luogo in cui
i bambini sono grandi come adulti, controllano il loro destino e sono in grado di fare tutto ciò che desiderano.
Tra enigmi ed avventure, fantasia e natura, Arthur ed il suo popolo di piccoli elfi ci ricordano l'importanza dei sogni e della
capacità di dare ascolto alla propria immaginazione, come solo i bambini sanno fare.
La principessa Selenia, il fratellino Betameche o il perfido Maltazard, sono personaggi ironici e brillanti, realizzati con una cura
grafica quasi maniacale, grazie ad una nuova tecnica d'animazione che vede per la prima volta dei modellini 3D in azione all'interno
di set tridimensionali basati su modelli reali. Una tecnica che rende difficile percepire per lo spettatore cosa sia reale e cosa 'creato'.
E se non stupisce l'entusiasmo del regista nel raccontare questa sua nuova esperienza, stupisce invece l'esclusione della pellicola
dalla corsa agli Oscar per la categoria animazione. Che gli Usa si stiano vendicando per la loro palese esclusione dal progetto?
Ilaria Loria
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